L’attuale via Adriatica si presente come una spettacolare balconata sul mare. Oltre essa, un ripido pendio che si ferma una cinquantina di metri più in basso, dove oggi c’è un centro sportivo, il parco “Mura delle Lame”.

Il nome del sito ricorda che, una volta, al posto della via Adriatica, vi erano le mura cittadine così denominate, che crollarono a causa della grande nevicata del 1956, portando con loro un’intera fila di case. L’evento, che non fu una catastrofe solamente perché svoltosi nell’arco di alcuni giorni e senza vittime, causò la perdita di importanti palazzi, ma consentì di scoprire importanti resti archeologici di epoca romana, in particolare sotto la zona absidale della grande chiesa di San Pietro, che si rivelò essere stata costruita su di un precedente tempio romano.

Resti del tempio di Cerere

Alcuni resti sono oggi immediatamente visibili appena oltre la ringhiera che si affaccia sul mare, in particolare la base di una colonna dorica.

Il ritrovamento di una statuetta votiva attribuita alla dea Cerere, dea dell’agricoltura e della fertilità, fa pensare invece che il tempio sulle cui rovine fu costruita la chiesa di San Pietro fosse appunto dedicato alla “Dea Madre”, già venerata dai Frentani con il nome di Kerres.

Per comprendere come si presentasse questo luogo duemila anni fa, dobbiamo ricordare che la collina calcarea su cui sorgeva Histonium presentava uno sbalzo di almeno quaranta metri sulla campagna circostante. Vista dal mare, a chi arrivava al porto romano nella località di Scaramuzza, che oggi ospita il monumento alla bagnante, questa zona della città doveva apparire assolutamente maestosa.