All’incrocio fra Corso Palizzi e Corso Dante Alighieri, ovvero tra quelle che erano, rispettivamente, il Cardo e il Decumano della romana Histonium, se proseguiamo verso il centro cittadino, possiamo attraversare un arco posto al di sotto di Palazzo Monteferrante, opera neoclassica di Nicola Maria Pietrocola, che ci porta in Largo dei Quattro Forni.
Se avessimo attraversato questo stesso passaggio seicento o settecento anni fa, saremmo entrati nella città del Guasto d’Aymone attraverso la porta di terra delle mura di epoca angioina.
Una testimonianza della presenza delle antiche mura si può avere girando dal largo in vico Tacito, dove possiamo osservare il retro di Palazzo Monteferrante, che presenta la classica forma “a scarpa” delle mura antiche, in cui la base più larga andava man mano restringendosi per dare sostegno a mura realizzate per lo più in pietra.
Esplorando le strade di questa parte del quartiere di San Pietro, inoltre, appare evidente come sia ancora presente il tracciato medievale, fatto di vicoli larghi a sufficienza per permettere il passaggio di una persona, mentre la zona esterna alle mura angioine, chiamata non a caso “espansione spagnola”, è fatta di strade larghe riprese dalla precedente struttura urbana romana.
Altro elemento di interesse è la presenza, all’inizio di via Valerico Laccetti, delle cosiddette Piccole Cisterne, attualmente proprietà privata e, pertanto, non aperte alla visita. Si tratta di una struttura parte dell’antico acquedotto romano del Murello, che serviva questa parte di città ed andava ad alimentare le poco distanti Terme Romane.

In Largo dei quattro forni, al di fuori dei percorsi monumentali cittadini, abbiamo quindi la possibilità di ammirare una stratificazione di opere di diverse epoche.
Sotto di noi l’impianto romano, accanto a noi le mura medievali e, sopra di noi, l’opera neoclassica del Pietrocola, l’architetto che, meglio di ogni altro, ha saputo recuperare e integrare le vecchie mura nel disegno organico di una città in espansione.