Nel luogo dove a metà Seicento, per volere del marchese don Diego d’Avalos, sarebbe stata edificata la chiesa dedicata a Maria Santissima del Carmine, già nel Trecento sorgeva un piccolo edificio di culto intitolato a San Nicola di Mira. Di questa ascendenza, troviamo oggi un ricordo nell’altare dedicato al Santo, nella bella chiesa barocca che ne ha preso il posto.

Il fatto che San Nicola fosse venerato a Vasto non deve stupire, dato che era il santo di riferimento della folta comunità croata, creatasi con l’abbandono delle coste adriatiche a seguito dell’avanzata degli Ottomani.

La devozione a San Nicola, vescovo del Quarto secolo a Mira in Licia, odierna Turchia, si era affermata presto nella zona di influenza bizantina, ma era approdata in territorio italiano e quindi cattolico, con il furto delle sue reliquie, compiuto nel 1087 da parte di un gruppo di marinai baresi.

Mira era stata conquistata dai Musulmani pochi anni prima, e Bari sebbene recentemente normanna, manteneva ancora una forte influenza bizantina. Proprio per questo, possiamo dire che agli occhi dei croati, San Nicola rappresentava una sorta di “primo emigrante“, dato che aveva abbandonato il Mediterraneo orientale per stabilirsi sulla sponda italiana dell’Adriatico.

Per questo già nel Trecento, oltre alla fondazione della chiesa, le comunità croate di Vasto e dei paesi vicini avevano iniziato a compiere dei pellegrinaggi periodici fino a Bari, raggiunta a piedi con oltre una settimana di cammino.

Tuttora, Vasto è il punto più lontano da cui partono i pellegrinaggi annuali dei fedeli, verso la basilica di San Nicola a Bari.

Nonostante la progressiva integrazione della comunità croata nella popolazione vastese, la demolizione della chiesa di San Nicola degli Schiavoni nel 1638 non interruppe questa storia di devozione. Il luogo ad essa deputato venne trasferito là dove prima c’era il castello di Torretta, ovvero su un’altura che guarda il mare al di sopra della Meta, uno degli approdi storici del litorale vastese.

La cappella, costruita contemporaneamente alla distruzione della chiesa originaria, venne restaurata nel 1875, a cura della famiglia Miscione. Oggi fa bella mostra di sé, al termine della panoramica via Santa Lucia, che dal centro di Vasto conduce verso il litorale a nord della città.

Dietro la chiesa, si cela un belvedere molto caro ai vastesi, da cui si apre la vista fino al promontorio di Punta Penna. La terza domenica di maggio, inoltre, viene organizzata una grande festa in onore del santo, durante la quale la sua statua, prelevata dalla chiesa, viene portata in processione sulle barche fino al litorale della Marina, e benedetta nella chiesa di Stella Maris.