La chiesa di Santa Maria del Carmine, dal punto di vista architettonico, è la più bella di Vasto poiché è l’unica che presenta uno stile definito e coerente sia all’esterno che al suo interno.

Inoltre la sua facciata ed il campanile, realizzati fra il 1758 ed il 1761 su disegno dell’architetto Mario Gioffredo, sono un bell’esempio del tardo barocco napoletano. Lo stile, che richiama quello del Vanvitelli, presenta elementi neoclassici nella struttura della facciata, in particolare le quattro grandi lesene, le semicolonne poste ai lati della facciata che sembrano sorreggerne il timpano che richiama quello dei templi greci.

Di gusto barocco, invece, sono la balaustra della grande finestra centrale posta sopra il portale, e soprattutto, la torre campanaria che adatta la sua pianta di trapezio irregolare allo sviluppo del corpo della costruzione e crea un bell’effetto di prospettiva. La doppia scala monumentale di accesso alla chiesa, invece, è opera del primo Novecento.

La zona absidale non è visibile dall’esterno poiché inglobata in un bel palazzo seicentesco, oggi Curia vescovile e già in precedenza sede del consiglio comunale. Il palazzo, fatto costruire da Don Diego d’Avalos nel 1638 insieme all’attuale chiesa completata oltre un secolo dopo, era stato eretto con l’intento di ospitare un convento dei Padri Lucchesi con un collegio che avrebbe costituito nei due secoli successivi la più importante istituzione culturale della città.

L’interno della chiesa del Carmine presenta la forma di croce greca ed è dominato dalla grande cupola centrale.

Sono presenti complessivamente 5 altari con altrettanto dipinti settecenteschi, di cui il più importante è la Presentazione di Maria Bambina all’Eterno Padre di Crescenzo la Gamba, posto sull’altare maggiore.

Nelle due cappelle minori ricavate ai lati della breve navata di ingresso troviamo invece l’Estasi di santa Teresa d’Avila e il Crocifisso con santi, del napoletano Fedele Fischetti.

Molto bello anche il pulpito alla sinistra del presbiterio, opera del Settecento napoletano in legno intarsiato e bronzo.

Le cappelle ricavate nei due bracci del transetto presentano anch’esse dipinti settecenteschi e ci raccontano qualcosa in più sulla storia della chiesa e dei culti che in questo luogo si sono succeduti nel corso dei secoli.

Nel braccio sinistro del transetto troviamo infatti la cappella di San Nicola con il dipinto Madonna del Carmine con san Nicola e sant’Andrea dell’artista vastese Giulio de Litiis. A san Nicola era dedicata la chiesa che sorgeva in questo stesso punto già nel Trecento e che costituiva il punto di riferimento della comunità croata, di culto ortodosso.

Nel braccio destro, invece, troviamo la cappella dedicata a San Benedetto, con il dipinto San Benedetto nella grotta, dell’altro pittore vastese Nicola Tiberi, noto come maestro di disegno del poeta Gabriele Rossetti. Sotto l’altare, in una teca di vetro, la reliquia di San Teodoro, patrono di Vasto fino al 1827, quando per volontà popolare questo titolo sarebbe stato conferito a San Michele Arcangelo.

Il decoro della chiesa è completato dagli stucchi realizzati nel 1762 da Michele Saccione, attivo a Vasto in quegli anni anche nella chiesa di Sant’Antonio di Padova. La decorazione a stucco della chiesa del Carmine, pregevole per fattura e uniformità di stile, non presenta purtroppo i colori originali, ma il bianco uniforme che la ricopre conferisce all’ambiente un aspetto elegante ed austero.