Cappella gentilizia di Palazzo Genova Rulli, la chiesa di Santa Filomena si presenta oggi in forme neoclassiche, conferitegli dalla ricostruzione effettuata dall’architetto Nicola Maria Pietrocola a inizio Ottocento, con un grande timpano triangolare sopra l’architrave del portale e una unica navata interna.

Conserva interessanti tele dipinte nel 1923 dall’artista fiorentino Achille Carnevali, lo stesso a cui dobbiamo anche le belle vetrate della Cattedrale di San Giuseppe. Il primo altare sulla destra, dedicato a Santa Lucia, è ornato da una tela del 1853 in cui un cavaliere costantiniano è devotamente inginocchiato di fronte alla santa. Il cavaliere porta i tratti di Giuseppe Antonio Rulli, il ricco possidente che acquistò le mura della precedente chiesa e la fece restaurare per renderla la cappella del suo palazzo.

Questa funzione di cappella privata diventa evidente procedendo verso l’altare e voltandosi ad osservare il ballatoio sopra la porta di ingresso, privo di scale di accesso dalla chiesa e collegato invece all’attiguo Palazzo Genova Rulli da una porta. È da lì che i baroni accedevano alla chiesa e assistevano giornalmente alla messa, mentre la navata era riservata ai famigli e alla servitù.

Chiesa Santa Filomena
Chiesa Santa Filomena

Sebbene non ne rimangano tracce architettoniche, la storia della chiesa di Santa Filomena è molto più antica dei quasi due secoli che intercorrono dalla sua ricostruzione ad oggi.

Nel Tredicesimo secolo in questa parte dell’antica città romana, in quel momento al di fuori delle mura della città svevo-angioina del “Guasto di Aymone”, era stato eretto un ospedale dedicato all’Annunziata, retto dall’omonima confraternita. 

Nel sedicesimo secolo, ormai inglobato nella città dentro le mura caldoresche, l’ospedale venne trasformato da Giovan Battista da Chieti in un piccolo convento dedicato a San Domenico in cui erano ospitati un priore, quattro sacerdoti e sei novizi. Il convento venne incendiato dai Turchi nel 1566 e successivamente restaurato, a più riprese.

Nel 1809, con la soppressione degli ordini religiosi, anche la Congrega dell’Annunziata venne sciolta. La nobile famiglia Genova Rulli allora acquistò la chiesa con il convento, trasformando quest’ultimo in residenza signorile.

Con l’estinzione della casata e il lascito dei suoi beni alla diocesi dopo la seconda guerra mondiale, la chiesa rimase chiusa per un lungo periodo. Negli ultimi anni, grazie anche all’azione di gruppi di volontari, è stata restaurata e riaperta e ospita oggi alcune funzioni e le riunioni dell’antichissima Confraternita del Sacro Pio Monte dei Morti.