I d’Avalos, famiglia di probabile origine visigota, vennero in Italia al seguito di Alfonso I d’Aragona. Si distinsero per valore militare, capacità diplomatica e fedeltà alla Corona, qualità che li portarono a rivestire sempre una posizione preminente nella politica italiana ed europea dell’epoca. 

I fratelli Innico, Alfonso e Rodrigo, figli di Ruy López Dávalos, giunsero nella penisola italiana al seguito del re Alfonso V d’Aragona, asceso al trono di Napoli nel 1442.

Innico I d’Avalos sposò Antonella d’Aquino, ultima discendente della famiglia dei d’Aquino. Innico ottenne la contea di Monteodorisio ed il marchesato di Pescara dalla moglie. I loro eredi usarono il cognome d’Avalos d’Aquino.

Alfonso II d’Avalos, il maggiore dei figli superstiti della coppia, avrebbe ereditato il titolo di marchese di Pescara, mentre Innico II d’Avalos, figlio cadetto della coppia, divenne il primo marchese del Vasto, ricevendo nel 1497 il feudo che in precedenza era stato concesso da Alfonso d’Aragona nel 1444 a Innico de Guevara, esponente di una famiglia spagnola imparentata con gli stessi d’Avalos.

Nel Cinquecento i marchesi di Pescara divennero centrali nella storia militare e politica italiana. Fernando Francesco, noto anche come Ferrante d’Avalos fu il protagonista della battaglia di battaglia di Pavia in cui le forze di Carlo V d’Asburgo sconfissero e catturarono Francesco I di Francia. È in occasione di quella battaglia che si affermò il dominio spagnolo sull’Italia e lo stesso Ferrante venne nominato Governatore di Milano, carica che poté ricoprire per pochi giorni, fino alla morte nel dicembre del 1525 causata dalle ferite riportate appunta nella vittoriosa battaglia.

Grande importanza storica ebbe anche la moglie di Ferrante d’Avalos, Vittoria Colonna, figlia di Fabrizio Colonna, famoso capitano di ventura dell’epoca.

Alla morte del marito, Vittoria si ritirò nel castello aragonese di Ischia, dove creò il più famoso cenacolo culturale dell’epoca, riunendo intorno a sé personaggi del calibro di Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro e tanti altri. La stessa Vittoria è ricordata come poetessa e a lei sono state dedicate innumerevoli opere d’arte.

Alla morte di Fernando Francesco il titolo di marchese di Pescara passò al cugino, l’unico figlio maschio di Innico II, ovvero Alfonso III d’Avalos, che aveva combattuto con lui a Pavia. Alfonso III riunì così i marchesati di Vasto e di Pescara e fu governatore di Milano dal 1538 al 1546. Suo figlio Francesco Ferdinando d’Avalos ricoprì importanti incarichi governativi, fu governatore del Ducato di Milano e viceré di Sicilia. Fu inoltre rappresentante della corona spagnola al Concilio di Trento, incarico che gli valse il dono della reliquia della Sacra Spina oggi venerata in Santa Maria Maggiore. 

Albero genealogico d'Avalos
Albero genealogico d’Avalos

La linea principale della famiglia terminò con Alfonso Felice d’Avalos, comandante della cavalleria spagnola. Alla sua morte, nel 1593, i titoli e i possedimenti del ramo principale della famiglia passarono a Innico III d’Avalos.

A partire da Innico III, Vasto divenne il centro dei possedimenti della famiglia d’Avalos, che ne fecero la loro capitale anche dal punto di vista artistico e urbanistico. Durante tutto il Seicento si succedettero diversi rami della famiglia, in un periodo in cui Vasto, così come tutto il Regno di Napoli, segnava economicamente il passo per il venir meno dei commerci marittimi, ma vedeva realizzarsi chiese e palazzi che ancora oggi ne definiscono l’aspetto.

I principali fautori delle opere del periodo barocco di Vasto furono Diego I d’Avalos, marchese del Vasto sino alla sua morte avvenuta nel 1697, che costruì e restaurò diversi luoghi di culto e promosse la fondazione del collegio dei padri Lucchesi, e suo figlio Cesare Michelangelo d’Avalos, con cui Vasto ricevette l’ambito titolo di città e il soprannome di “Atene degli Abruzzi” per lo sfarzo con cui il marchese circondò la sua corte.