Il monumento a Gabriele Rossetti è coronato da quattro medaglioni che riportano le effigi dei figli che il poeta ebbe durante l’esilio, dalla moglie Francesca Maria Lavinia Polidori, figlia a sua volta di un altro esule italiano, Gaetano Polidori, che era stato in precedenza segretario particolare di Vittorio Alfieri.

La presenza dei figli nel monumento dedicato dalla sua città natale a Gabriele Rossetti assume un particolare significato, considerando che ognuno di essi si distinse nella letteratura o nelle arti figurative. I figli presero ispirazione dagli insegnamenti paterni, diffondendo nel mondo anglosassone la conoscenza e l’amore per la cultura italiana.

La primogenita, Maria Francesca, nata nel 1827, si dedicò all’insegnamento della lingua italiana, pubblicando libri didattici e, nel 1871, il commento all’opera di Dante A Shadow of Dante, accolto con grande favore in Inghilterra e negli Stati Uniti. Nel 1874 divenne suora in un convento anglicano, ma morì soltanto due anni dopo.

Il secondogenito, Dante Gabriel, nato nel 1828, fu l’esponente artistico più importante della famiglia e la fama del cognome Rossetti nella cultura mondiale è dovuta soprattutto a lui. Pubblicò traduzioni della Vita Nova e delle Rime, nonché un’antologia delle principali opere poetiche italiane, da Cielo d’Alcamo a Dante stesso: The Early Italian Poets. La sua opera poetica più celebre è la raccolta di sonetti The House of Life del 1871.

Dante Gabriel, tuttavia, fu principalmente un pittore. Insieme a William Holman Hunt e John Everett Millais, fondò da giovanissimo la confraternita dei Preraffaelliti, ispirata all’arte medievale pre-rinascimentale, ovvero ai grandi maestri italiani precedenti a Raffaello, come Botticelli.

Dante Gabriel dipinse alcuni dei capolavori della corrente pittorica da lui fondata, rinnovando una tradizione che avrebbe inciso profondamente sulla pittura europea, trasformandosi a inizio Novecento nello stile Liberty e poi nell’Art Nouveau. Dedicò molte delle sue opere pittoriche e poetiche alle donne amate, rendendo immortale la memoria della moglie Elizabeth Siddal e delle successive amanti, Jane Morris e Fanny Cornforth. Dopo una vita da bohémien, prototipo dell’artista romantico, morì in povertà nel 1882.

Il terzogenito, William Michael, nato nel 1829, visse invece una vita molto più tranquilla, fino all’età di novant’anni. Funzionario delle imposte per il governo britannico, per tutta la vita si spese per aiutare e sostenere i fratelli, in particolare Dante Gabriel. Rimasto vedovo nel 1894, nello stesso anno in cui morì l’ultima sorella, Christina, si ritirò a vita privata, dedicandosi alla critica letteraria e alla divulgazione, con particolare attenzione ai carteggi dei fratelli e alle memorie del padre.

Fu l’unico dei figli di Gabriele Rossetti a tornare in visita a Vasto.

L’ultima figlia, Christina Georgina, nata nel 1830, è considerata una delle più importanti voci poetiche dell’Ottocento inglese. Pubblicò poesie devozionali, opere per bambini e liriche amorose. Fervente anglicana, per dieci anni lavorò come volontaria in una casa di accoglienza per prostitute. Si pronunciò apertamente contro la guerra, la schiavitù, la crudeltà verso gli animali, lo sfruttamento sessuale delle minorenni e ogni forma di aggressione militare. La sua popolarità, venuta meno nel Novecento come accadde per molti scrittori dell’epoca vittoriana, è stata recuperata a partire dagli anni Settanta, quando il movimento femminista le riconobbe il ruolo di antesignana.