Arrivati probabilmente da Guardiagrele nel corso del ‘600, i Rossetti si erano stabiliti inizialmente nel quartiere di San Pietro, nei cui registri troviamo le prime attestazioni della loro presenza in città.
Nicola Rossetti, di professione fabbro, aveva dimora e bottega nel largo dietro la chiesa di Santa Maria, in una casa probabilmente di proprietà della stessa. Nonostante il mestiere di artigiano, Nicola Rossetti diede ai figli un’educazione liberale e incentrata sullo studio. In questo probabilmente fu assistito dalla moglie, Maria Francesca Pietrocola, della stessa famiglia che darà i natali al più grande architetto vastese, Nicola Maria, attivo in tutta la prima metà dell’800.
Gabriele Pasquale Giuseppe Rossetti nacque il 28 febbraio 1783, ultimo di sette figli (quattro fratelli maschi e tre femmine) e prese il nome di un fratello morto in giovane età e nato nel suo stesso giorno.
Il fratello più grande, Andrea, nato nel 1765, aveva abbracciato il sacerdozio e fu il suo primo istitutore. Successivamente Gabriele studiò con padre Vincenzo Gaetani al Collegio del Carmine. Ebbe così modo di frequentare le migliori famiglie di Vasto, fra cui in particolare i Muzii, i Barbarotta, i Tiberi e, soprattutto, i Majo.
L’elevato livello culturale della famiglia è testimoniato non solo dalla carriera del primogenito Andrea in ambito ecclesiastico, ma anche dalla figura del fratello Domenico, nato nel 1772, che sarebbe diventato avvocato nel foro di Parma e avrebbe vissuto fra il Ducato e la Francia.
Un ruolo particolare nella famiglia Rossetti era ricoperto dalla poesia. Tutti si dilettavano a comporre versi e, soprattutto, a improvvisarli.
Sono rimaste composizioni di tutti i fratelli Rossetti, anche del terzo figlio maschio Domenico, alla cui abilità nella poesia dialettale è dedicata una iscrizione anche nel cimitero cittadino.
Possiamo immaginare che Rossetti già in questi anni respirasse lo spirito liberale che lo avrebbe portato a frequentare i circoli carbonari una volta arrivato a Napoli. Cugino del Rossetti era, per esempio, Floriano Pietrocola che, nominato rappresentante della municipalità durante la breve stagione della Repubblica Vastese del 1799 sarebbe poi stato giustiziato dai Sanfedisti borbonici insieme a numerosi altri eminenti cittadini.
Negli anni della giovinezza il Rossetti fu amico di Quirino Majo, figlio del conte Venceslao, amministratore generale dei tenimenti dei marchesi d’Avalos. Fu proprio con una raccomandazione di questi verso il marchese Tommaso d’Avalos che, nell’autunno del 1804, il ventunenne Gabriele partì dalla sua città natale per recarsi a Napoli e perfezionare i suoi studi presso la locale università.