Questa piccola e tranquilla piazzetta appena al di fuori dei normali circuiti del passeggio è uno dei luoghi in cui si è svolta la storia della città di Vasto. La piazza, infatti, deve il suo nome al giurista Virgilio Caprioli, nato nella casa di famiglia all’angolo di via Barbarotta nel 1548 e morto nel 1608, ricordato dai vastesi per i suoi studi storici e, soprattutto, per aver impianto proprio in questo luogo la prima stamperia cittadina nel 1598. Sempre a Caprioli dobbiamo la rivendicazione dei natali vastesi di Riccio de Parma, uno dei duellanti della disfida di Barletta, a cui in epoca fascista sarebbe stato poi intitolato il Corso.
Nel Seicento e nel Settecento la piazza fu sede del Consiglio cittadino, che si riuniva nel palazzo all’angolo con via Bebbia, oggi Palazzo Smargiassi. In quel periodo si può dire che la piazza fosse uno dei centri della vita della città, anche perché lì si svolgeva il mercato della carne e del pesce. Inoltre, su una torretta del palazzo del Consiglio trovava posto l’orologio civico su cui tutti i vastesi sincronizzavano i propri orologi.
Alla fine del periodo napoleonico la piazza iniziò a perdere progressivamente la sua centralità. Il consiglio cittadino venne spostato nel vicino Palazzo del Carmine, oggi sede della curia vescovile, mentre l’orologio fu installato sul campanile della chiesa di San Giuseppe dopo che, nel 1815, era stato deciso di abbattere la torre che minacciava di crollare.
Durante l’Ottocento, piazza Caprioli mantenne solamente il suo ruolo di mercato del pesce fino a quando lo stesso non venne spostato nell’attuale piazza Barbacani.
Fu deciso così di costruire al centro della piazza un giardino con palme e altri alberi da cui la piazza prese il nome che ancora oggi è colloquialmente utilizzato dai vastesi per designarla: il “giardinetto”.
Durante il Novecento la storia di questa piazza si intersecò con quella di uno dei più illustri letterati vastesi, Romualdo Pantini, che nacque nel palazzo di famiglia all’inizio di via Barbarotta. Giornalista, drammaturgo e critico d’arte, Pantini viaggiò continuamente, soggiornando a Roma, Firenze, Milano e Parigi, dove collaborò a riviste tra cui “La critica letteraria”, “L’illustrazione Italiana” “La nuova Antologia”, “Il Corriere della Sera”,”la Gazzetta del Popolo’, “La Stampa”,”Il Mattino”.
Fu grazie a Pantini che nel “giardinetto” venne installato un busto in bronzo del pittore vastese Filippo Palizzi, rimosso insieme al giardino durante la seconda guerra mondiale e oggi posto nel palazzo del Comune. Dopo aver tristemente ospitato un parcheggio, nel 1996 la piazza ebbe la sua definitiva sistemazione con il trasloco del monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale che era stato realizzato nel 1922 proprio su progetto e iniziativa di Romualdo Pantini, ma precedentemente collocato di fronte a Palazzo d’Avalos.

Il monumento in marmo di Carrara dello scultore Enrico Remedi occupa infatti il centro della piazza e le conferisce nuova dignità. Rappresenta San Michele Arcangelo, patrono della città, che, incedendo col piede destro su un globo, incorona i nomi dei caduti. L’arcangelo tiene nella mano destra una corona di alloro in bronzo mentre, con l’altra mano, sostiene una spada con la punta rivolta verso il basso, a suggellare la fine della guerra. La statua è posta su di un cippo che riporta i nomi dei caduti vastesi dei due conflitti mondiali.
Sebbene non più al centro della vita della città, piazza Caprioli costituisce ancora uno dei luoghi più caratteristici di Vasto. Contornata di palazzine settecentesche, fra cui la più bella è senza dubbio Palazzo Meninni, addossato al già citato palazzo Smargiassi, il “Giardinetto” oggi è frequentato principalmente di sera per i numerosi bar e ristoranti che hanno preso il posto delle vecchie botteghe.