Situata oggi di fronte al belvedere Romani che si affaccia a sua volta sulla valle dell’Angrella, l’Arco di Porta Nuova è al tempo stesso la porta più antica e quella più recente della città storica.

L’arco, infatti, è stato costruito nel 1790 sotto la giurisdizione del Mastro Giurato Giuseppe Tambelli. In quella posizione, in realtà più arretrata di circa venti metri, c’era una delle quattro porte della cerchia muraria caldoresca, terminata nel 1439 e costruita sui resti dell’antica porta di Terra della città romana.

Attraversando l’arco, infatti, ci si trova in Corso Palizzi, quello che originariamente era il Cardo maximus della Histonium costruita in epoca imperiale dopo la conclusione delle Guerre Italiche.

Per capire l’ubicazione originale della porta romana e di quella medievale è sufficiente percorrere pochi metri e girare nella prima strada a destra, via Aymone. Arrivati in corrispondenza della piazza Brigata Majella, sono visibili i resti delle mura in pietra medievali. Bisogna pensare che, esaurita la loro funzione militare, le mura diventarono parte di caseggiati che si protendevano oltre l’originale perimetro cittadino.

Piazza Brigata Majella - via Aymone
Piazza Brigata Majella – via Aymone – Resti delle mura quattrocentesce

Quando nel 1790 il governo cittadino decise di ricostruire la porta, lo fece adeguandosi al profilo delle costruzioni che, nel frattempo, erano sorte e, in particolare, ai conventi di Santo Spirito e dell’Annunziata che si trovavano, rispettivamente ad ovest e ad est della porta.

L’arco di Porta Nuova si presenta oggi nelle forme tardobarocche di fine Settecento, con una bella struttura in mattoni e sormontato da una loggia che è accessibile dal limitrofo palazzo Conti-Ciccarone.

Sull’arco è posto un fregio in marmo che rappresenta lo stemma comunale, con un’iscrizione in latino che commemora la sua ricostruzione.

La Porta Nuova di Vasto, situata nel cuore del suggestivo centro storico, rappresenta un vero e proprio monumento che racchiude in sé la storia millenaria della città, raccontandoci il passaggio attraverso diverse epoche e dominazioni.

Dalle origini romane al Medioevo:

Le sue origini risalgono all’epoca romana, quando Vasto era conosciuta come Histonium. La porta faceva parte delle mura cittadine che delimitavano il nucleo urbano, proteggendolo da attacchi esterni e segnando il confine tra la città e il territorio circostante. Nel corso dei secoli, ha subito diverse modifiche e ricostruzioni, adattandosi agli stili architettonici e alle esigenze difensive delle varie epoche.

L’epoca Caldoresca e il suo splendore:

Con l’arrivo della famiglia Caldora nel XV secolo, Vasto conobbe un periodo di grande splendore e la Porta Nuova assunse un ruolo di primo piano. I Caldora, signori della città, vollero dare un nuovo assetto alle mura cittadine, inglobando la Porta Nuova all’interno del nuovo sistema fortificato. La porta fu ristrutturata e abbellita, assumendo un aspetto più monumentale e consono al prestigio della famiglia.

La ricostruzione di Nicola Tambelli e il suo tocco barocco:

Nel XVIII secolo, la Porta Nuova versava in condizioni di degrado. Per questo motivo, il capomastro vastese Nicola Tambelli fu incaricato di un nuovo intervento di ristrutturazione. Tambelli, con il suo ingegno e la sua maestria, realizzò un’opera di grande pregio, conferendo alla porta un aspetto elegante e armonioso. La nuova Porta Nuova, in stile barocco, presenta un arco a tutto sesto sormontato da un timpano triangolare, decorato con lo stemma della città. Ai lati dell’arco, due nicchie ospitano statue di santi.

Un simbolo della città e un varco verso la storia:

Oggi, la Porta Nuova è uno dei simboli più iconici di Vasto. Attraversandola, si accede al centro storico, lasciandosi alle spalle il mondo moderno e immergendosi in un’atmosfera ricca di storia, arte e cultura. La porta rappresenta un ideale punto di partenza per scoprire le bellezze di Vasto, dalle suggestive vie del centro storico ai monumenti di epoca romana e medievale.