Il Teatro Rossetti di Vasto è il secondo teatro più antico d’Abruzzo, dopo il teatro Marrucino di Chieti, essendo stato inaugurato il 30 maggio 1819. Chiamato inizialmente “Real Teatro Borbonico”, fu costruito sulle spoglie della preesistente chiesa di Santo Spirito, parte del dismesso convento dei Celestini.
Il teatro, costruito su disegno dell’ingegner Taddeo Salvini di Orsogna, venne completato nel 1830 con l’intervento dell’architetto Nicola Maria Pietrocola, e la realizzazione dei palchi di legno, a cura dell’ebanista Pasquale Monacelli.
Con l’Unità d’Italia, il teatro assunse il nome attuale, in onore del poeta e patriota Gabriele Rossetti. A cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, il teatro subì un progressivo deterioramento, tanto da richiedere dei grandi lavori di restauro, che vennero conclusi nel 1909.
Il nuovo teatro, pur conservando l’impianto di quello realizzato novanta anni prima, e quindi con soli 156 posti, si presentò in una nuova e fastosa veste, che gli valse l’appellativo di “bomboniera” grazie alle decorazioni a stucchi dorati, realizzati dalla ditta fiorentina Manetti, e le tappezzerie damascate.
Grande ammirazione sollevò lo splendido affresco, realizzato sul soffitto dal pittore catalano Federico Ballester, dedicato alle “Le Ore deliziate dalle Muse“, un soggetto ripreso dalla Danza delle Ore della Gioconda di Amilcare Ponchielli. Questa coreografia di forme femminili estatiche, sospese in un vuoto luminoso, è tuttora considerato un capolavoro del maestro, esponente del modernismo catalano.
Dopo la prima guerra mondiale, il teatro Rossetti fu ancora una presenza costante nella vita culturale vastese. Qui venne infatti eseguita nel 1932 la prima dell’operetta Core me’, su libretto di Espedito Ferrara, e con musica di Aniello Polsi.
Nell’autunno del 1943, Vasto fu occupata dagli alleati guidati dal generale Montgomery. Questi, destinato al comando delle truppe alleate che stavano preparando lo sbarco in Normandia, tenne il suo discorso di addio agli ufficiali e ai soldati proprio nel teatro Rossetti, il 30 dicembre 1943.
Successivamente, il teatro non venne più utilizzato per rappresentazioni, ma ridotto a magazzino. È durante l’occupazione che venne trafugato lo scenario originale di inizio Ottocento, dedicato all’incoronazione di Lucio Valerio Pudente come poeta in Campidoglio.
Il teatro Rossetti dovette attendere gli anni Settanta per l’inizio dei lavori di ripristino, che si conclusero nel 1987 con una nuova inaugurazione.
Nel suo foyer, fu collocata la statua in gesso del Rossetti, realizzata nel 1883 dallo scultore vastese Alfonso Celano, come bozzetto per il monumento che la cittadinanza desiderava erigergli. La statua, presente ancora oggi, è considerata molto più fedele alle reali fattezze del poeta, di quanto non lo sia la statua in bronzo collocata nel 1926 in Piazza Rossetti.
Dal 2007 è finalmente presente una regolare stagione concertistica e di prosa. Tra febbraio e marzo del 2007, con un ciclo di manifestazioni concertistiche, che culminano con il discorso ufficiale del presidente del Senato per la riapertura, il Teatro Rossetti riparte definitivamente sotto la direzione artistica del maestro Raffaele Bellafronte, e per la prima volta presenta una stagione completa concertistica e di prosa.