Nascosta in mezzo ai vicoli compresi tra corso Plebiscito e Corso Garibaldi, la Torre Diomede del Moro, nota anche come Torre Damante, è quella che ha maggiormente conservato forme e dimensioni originali fra le tre torri superstiti della cerchia muraria completata da Giacomo Caldora nel 1439.
Per apprezzarne le forme, occorre osservarla da Vico Storto del Passero, la stradina che la costeggia sul suo lato Ovest e che costituisce il piano di campagna su cui la torre si ergeva quando faceva parte delle mura “degli Inforzi”, ovvero la parte di mura di terra che era punteggiata da cinque torri e dal Castello perché la più esposta ad attacchi di truppe ostili che potevano portare contro la città la loro artiglieria.
La Torre Diomede del Moro si presenta con una struttura analoga a quella delle altre torri: pianta circolare, ambiente unico al piano terreno, piano superiore, in origine probabilmente scoperto e merlato, lievemente aggettante e marcato da un cornicione sostenuto da beccatelli.
Oggi, al piano primo, invece delle strutture originali di difesa, è presente una piccola abitazione ricavata dalla torre dopo che, esaurita la funzione originale, la stessa era stata usata come magazzino.
Oggi la torre è affiancata da una scaletta pedonale che porta da Vico storto del Passero a Piazzetta Damante. Da questa, poi si arriva a Corso Plebiscito, l’antica via di San Giovanni, asse viario della Histonium Romana. Il dislivello di diversi metri tra Corso Plebiscito, che rappresenta il piano viario della città murata, e il Vico Storto del Passero, che segue invece l’andamento esterno delle mura in quel tratto, evidenzia come le mura di Vasto fossero circondate anche verso la campagna da un importante dislivello che consentiva una più agevole difesa dell’abitato.

Sia dal lato nord da Piazzetta Damante che sul lato sud di Vico Storto del Passero, dai resti di mura incorporati nelle successive abitazioni, si può inoltre vedere come la torre si protendeva dalle mura rimanendo libera su tre lati, in modo che i suoi occupanti potessero colpire dal fianco chi cercava di scalare o abbattere le difese cittadine.
A lungo abbandonata, la Torre Diomede Del Moro è stata restaurata pochi anni fa a cura di un’associazione che oggi la utilizza come sede per incontri e spettacoli.
Il suo interno, benché spoglio, presenta ancora i caratteri architettonici dell’epoca, con il caratteristico soffitto a cannicciato, realizzato con malta e canne di fiume. Ripide scale portano a dei sotterranei da cui una volta partivano le gallerie che collegavano tra loro le torri, il castello e il palazzo del Signore, fornendo un ulteriore strumento di difesa o di fuga nel caso di assedio da parte di truppe nemiche.